«Da Otto in cucina si instaura un rapporto che non è quello tipico tra insegnante ed alunni ma fra amici che, trovandosi insieme intorno ad un tavolo ed ai fornelli, imbastiscono una conversazione guidata e moderata dall'insegnante.»
Tra i nostri docenti, Fu Ju Yang è forse quella più internazionale e non solo per le sue origini taiwanesi ma per le tante esperienze professionali maturate nel mondo. Tra le sue tante attività, è giornalista e scrittrice, ha conseguito un diploma presso la scuola Wine and Spirit Education Trust (WSET) di Londra, è autrice e presentatrice in radio, si occupa di cultura culinaria ed enogastronomia italiana all’estero e tiene corsi di educazione al cibo. Inoltre divulgare la cucina cinese nei paesi occidentali.
Da Otto in cucina tiene il Corso di cucina cinese in cui i nostri allievi imparano la vera cucina di questa parte di Oriente e non quella che viene proposta nella maggior parte dei ristoranti nel nostro Paese.
Per conoscerla meglio le abbiamo fatto qualche domanda con cui ha risposto con la grande cordialità e simpatia che la caratterizza.
Come hai deciso di stabilirti in Italia?
Ho trascorso un periodo di studio presso un centro di ricerca a Trento che ancora considero la mia "città natale" in Italia, per poi diventare romagnola per ragioni familiari, pur mantenendo un particolare legame affettivo con un altro bellissimo posto come Napoli.
Cosa ti ha conquistato dell’enogastronomia italiana?
È quasi impossibile non appassionarsi ai cibi ed ai vini italiani, vivendo qui continuativamente. Carne salata e Lagrein trentini, Culatello con tigelle e Lambrusco emiliano, gran fritto del Golfo di Napoli con Greco di tufo.
Vieni dall’Oriente, hai studiato a Londra e attualmente vivi in Italia. Cosa apprezzi di queste tre culture in ambito enogastronomico?
Non ho mai apprezzato molto la cucina inglese ma trovo che, già da diverso tempo, stiano creando delle interessanti combinazioni cibo-bevande alcoliche (birra, gin, whisky) con ottimi risultati nel rispetto delle loro tradizioni. In Italia, mi sforzo di consumare prodotti della tradizione locale perché questa l'essenza dell’enogastronomia del Bel Paese è il "terroire". Quindi mai una fiorentina con un Frappato siciliano oppure mai un nero di seppia con Prié della valle d’Aosta.
A Taiwan tienie corsi di educazione al cibo. Spiegaci in cosa consistono.
Sono rivolti sia ad adulti che a bambini e cerco di trasmettere non tanto ricette ma la conoscenza sulla provenienza dei singoli elementi. Insegno la tradizione e la storia considerando che oggi gran parte delle persone non conoscono la vita contadina e come si sviluppa la filiera animale-vegetale.
Pur essendo molto lontane, ritieni che le cucine cinese e italiana abbiano qualcosa in comune?
Ci sono elementi stranamente molto simili come la pasta ripiena (tortellini/cappelletti e dumblings) anche se con contenuti diversi (carne macinata cruda da noi, cotta da voi). Nello stesso tempo, ci sono elementi differenti, meduse essiccate in Oriente e coniglio in Italia, ad esempio.
In base alla tua esperienza, cosa appassiona gli stranieri della cucina italiana?
Anche se sicuramente pizza e spaghetti sono i due piatti universalmente associati alla tavola italiana, ho notato nel mio Paese la curiosità e la voglia di accostarsi alle tradizioni dei vari territori italiani per scoprirne le tipicità e le eccellenze. Penso, ad esempio, al pesto, al lampredotto, all'ossobuco.......
Tre piatti, di qualsiasi cucina, a cui non sai resistere?
Il sushi, quello originale, tradizionale giapponese, al mercato del pesce di Tokyo, i tagliolini e tagliatelle fatte a mano (di azdora ) con ragù alla bolognese, dimsum serviti dal carrello che è un piatto tipico di HongKong.
Come descriveresti la tua esperienza da Otto in Cucina?
In questa scuola, le lezioni di cucina sono organizzate in modo che si instauri un rapporto fra le parti non tanto fra insegnante ed alunni ma fra amici che, trovandosi insieme intorno ad un tavolo ed ai fornelli, imbastiscono una conversazione guidata e moderata dall'insegnante.